Dal 12 al 17 Gennaio 2013 un gruppo di 9 studenti accompagnati da un docente, come delegazione dell’ITC C. Colamonico, è partito da Bari con destinazione Cracovia con il progetto “Treno della Memoria 2013 “, un progetto che, ogni anno, accompagna circa 700 alunni pugliesi sui luoghi degli stermini nazisti con un treno speciale.A differenza degli altri anni, il viaggio ha subito delle variazioni in quanto il treno che avrebbe dovuto accompagnarli in Polonia, non ha ottenuto i permessi necessari per partire poichè non rispondeva ai requisiti della nuova normativa italiana. L’associazione Terra del Fuoco Mediterranea, promotori dell’iniziativa , è stata costretta quindi a dividere i partecipanti in due gruppi: un gruppo in pullman ed un altroin aereo. Nonostante le problematiche legate all’organizzazione, lo spirito del viaggio è rimasto intatto.
Il nostro percorso è iniziato con quattro incontri formativi da Ottobre aGennaio presso l’istituto Elena di Savoia di Bari, dove i volontari di Terra del Fuoco Mediterranea ci hanno preparati a quello che sarebbe stato il nostro “viaggio”, un viaggio che ripercorre le tappe della Shoah.
Ognuno di noi teneva in maniera particolare a partecipare a questo progetto, ciascuno con le proprie paure e le proprie preoccupazioni, la voglia di conoscere e scoprire nuove realtà.
“Arbeit macht frei”,”il lavoro rende liberi”. Questa è la famosa frase posta sul cancello d’ingresso che una volta varcato ci ha catapultati inquesta triste realtà del campo di concentramento/sterminio di Auschwitz. Dentro Aushwitz il tempo si ferma, l’aria è rarefatta, il freddo prende il sopravvento. E’ la cruda realtà di ciò che la storia ciinsegna. Sentivamo freddo dentro i nostri caldi giubotti, ignorando il vero freddo che allora i detenuti di Aushwitz avvertivano nei loro sottili pigiami a righe. Ma il freddo che avvertivamo all’esterno non era lontanamente paragonabile al gelo che sentivamo nel nostro cuore e nel nostro stomaco.
Non è possibile descrivere quelle sensazioni: bisogna solo provarle.
Birkenau è l’inferno di ghiaccio. Un’immensa distesa di neve senza confini. Una linea ferroviaria che dall’ingresso arriva fino al cuore del campo, una linea su cui transitavano i treni, i treni della speranzache ben presto si sarebbero mutati in treni della disperazione. E’ l’immensità che ci ha colpito, centinaia di baracche fredde e spoglie dove venivano ammassati i detenuti, in cui entrava la neve, e dove ancora oggi sono incisi sulle pietre nomi, pensieri e frasi che testimoniano la crudeltà nazista.
Vedere dal vivo quello che è considerato “il più grande cimitero” d’Europa, è stata un’esperienza forte che ha toccato la nostra emotivitàin maniera profonda. Da subito però abbiamo tutti avvertito l’esigenza di superare l’emozione per giungere alla coscienza e alla consapevolezzache, fatti di questo genere, non debbano mai più avvenire nella storia dell’umanità.
Questa consapevolezza diffusa in tutti i partecipanti al treno, sostenuta anche dai legami di amicizia che si sono creati, ci porta a proporci quali testimoni di un passato e promotori di un futuro di tolleranza, ugualianza e rispetto!
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